Lampadario Impero russo
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17 Dicembre 2013Con il genere “targa devozionale” si cerca di classificare questi oggetti a carattere religioso che riportano a un mondo inizialmente agreste e che in seguito si afferma anche in area urbana. Le tipologie di queste ceramiche si possono essenzialmente raggruppare in quattro insiemi: la terracotta, la terracotta dipinta con colori a freddo, la terracotta maiolicata a policromia, la terracotta ingobbiata con colori sotto vetrina. Questi insiemi possono a loro volta essere compresi in due tipologie principali: quello delle targhe con plastificazione a rilievo policromo e quello in cui la raffigurazione è dipinta su superficie piana.
Si usa il nome targa, ma a volte si adotta placca, piastra, lastra, mattonella e disco, in caso di forma rotonda. L’aggettivo “devozionale” rientra invece nell’aspetto religioso della liturgia ufficiale, ma con una connotazione specifica essenzialmente privata e popolare. I santi raffigurati sono quasi esclusivamente popolari: santi-artigiani, santi-contadini e legati ai più svariati mestieri. Erano inoltre santi di umili origini, la cui vita fungeva da esempio, soprattutto per le classi umili.
In questo universo religioso il posto privilegiato lo occupa la Vergine. Molte le ragioni di questa grande devozione, anche di origine ancestrale. L’uomo, con la sua arcaica conoscenza e coscienza rurale, identifica la Vergine, per la sua singolare maternità, con la fecondità della terra. Da qui le invocazioni che le vengono rivotle di auspicio, protezione, aiuto che portano a nomi come Madonna del Granaio, dell’Ulivo, del Fiume, della Neve, della Pioggia, del FAggio, dell’Acero, del Fuoco ecc. In questo è affiancata da santi specifici, terapeuti, soccorritori dei bisogni dei contadini, degli artigiani, dei pastori, degli animali: Sant’Antonio da Padova oer la protezione delle messi; San Vincenzo Ferrei per la protezione dei campi ecc.
Le targhe devozionali nascono per essere esposte all’aperto in tabernacoli, nicchie, pilastrini, inserite nel muro di una via, a volte anche in più esemplari. Molte targhe sono presenti anche in spazi interni, privati, ma questa collocazione diventa culto privato e non più pubblico. Certamente, il mondo complesso delle targhe devozionali non può ridursi a quell’aspetto di grande fervore religioso e di pietà che mette in evidenza il mondo degli uomini del passato, idealizzandolo come un tempo buono e rousseauiano. A mio parere è un mito troppo divulgato, perché anche quel tempo era segnato dalla violenza e dalla malvagità degli uomini. Le targhe devozionali restano un grande patrimonio e documento di studio, di riflessione storica, sociologica, antropologica dell’animo umano e in quanto tali vanno apprezzate.
Sergio Baroni