Questa sezione è dedicata a oggetti d’arte e di antiquariato analizzati, raccontati e stimati dal professor Baroni 

Preziosa ebanisteria palermitana del Settecento

baroni02Oggi voglio parlarvi di un arredo che per finezza esecutiva e decorativa gratificherà sicuramente chi apprezza l’arte e l’antiquariato: si tratta di un comò a ribalta a tre cassetti in legno violetto, ebano, madreperla e legni esotici è un arredo di ebanisteria palermitana databile alla metà del XVIII secolo. Poggia su brevi zampe a ricciolo ed è profilato inferiormente da un grembiule sagomato. I cassetti e i pannelli sugli spigoli sono decorati da lunghi tralci fioriti in madreperla su fondo di ebano, mentre i fianchi da un vaso con fiori inquadrato in una sorta di arco fra ulteriori incrostazioni fitomorfe. La ribalta presenta pannelli analoghi sul fronte e sui lati. Il tutto è filettato in legno rosa.

Le dimensioni sono cm 120x125x64.

Il mobile che vi presento appartiene all’ambito dell’ebanisteria palermitana che adotta lo stesso gusto e gli stessi materiali e di cui si possono vedere nel capoluogo siciliano ancora notevoli esempi, come il tavolo intarsiato dell’Oratorio delle Dame del 1737, opera di Nicola D’Aragona. Il comò inoltre è pubblicato sul libro di Alvar Gonzàlez-Palacios “Nostalgia e invenzione”, sottotitolato “arredi e arti decorative a Roma e Napoli nel Settecento” (Biblioteca d’Arte Skira, 2010). Il testo del noto critico d’arte è uno studio che ripercorre la decorazione del XVIII secolo a Roma e nel Regno delle Due Sicilie, con qualche excursus a Madrid; in stretto legame, quindi, con la figura di Carlo di Borbone, che fu duca di Parma e Piacenza dal 1731 al 1735, poi re di Napoli e Sicilia fino al 1759, infine nominato re di Spagna col nome di Carlo III.

Nello studio di Palacios, in cui per la prima volta viene analizzata questa tipologia di arredi, il comò in oggetto è inserito in un contesto che sottolinea le affinità con alcuni magnifici e inconsueti arredi, come il mobile a due corpi intarsiato in legni vari e avorio (si veda l’immagine delle pagg. 26-27 del libro). Da notare in particolar modo, a mio avviso, l’uso generoso della madreperla, un materiale che fu ampiamente adoperato anche in altri centri ebanistici – Venezia, Roma, Torino, Napoli – ma con un gusto diverso sia delle sagome sia degli ornamenti, nonostante qualche superficiale similitudine. Il modo in cui vengono disposte, per sbieco, le tarsie sulla ribalta del comò presentato non trova paragoni all’epoca, così come le incorniciature dei vasi sulle fiancate, che ricordano nature morte seicentesche.

Sulla madreperla come materiale di intarsio per decorare arredi e suppellettili varrà la pena tornare per approfondire un argomento a mio parere molto interessante che coinvolge altre tipologie di arredi… alla prossima puntata!

Gruppo di quattro specchiere Luigi XV

antiq sett 2012

Ecco un gruppo di quattro specchiere in legno di cirmolo intagliato e dorato che sono dette comunemente “ventoline”. Questo genere di oggetti nasce con la funzione di illuminare le pareti o i corridoi bui, dove non giungeva la luce dei lampadari. Le specchierine in esame presentano una cornice sagomata a cartiglio, percorsa da teoria di palmette intagliate. Sono sormontate da una cimasa trilobata, con decoro floreale disposto a raggiera su fondo anch’esso a specchio. Il vertice inferiore termina con una controcimasa rappresentata da una palmetta, da cui si dipartono i braccetti in ferro dorato di linea sinuosa e bobèche a corolla di fiore laccata rossa, sulla quale si innesta l’applique porta-candele in ferro dorato. Databili intorno alla metà del XVIII secolo, per gusto e stile sono collocabili in area lombardo-veneta. Sebbene oggi sia molto raro trovare un gruppo di quattro elementi, in origine era sicuramente più numeroso. Lo stato di conservazione è ottimo.