Custode di segreti

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Oggi vi sveliamo i segreti di questo elegante secrétaire à abattant di epoca Impero attribuito, per qualità ed eleganza, a Giovanni Socci, capostipite di una delle più attive botteghe di falegnameria ed ebanisteria della Firenze tra Settecento e Ottocento. Esemplare italianissimo, questo, per gusto, tecnica e stile, appartiene di fatto a una categoria francese, tanto che anche in Italia si continua a usare il termine secrétaire.

L’intero mobile (cm 100×47,5 h cm 150), con fusto in ciliegio (e non in rovere come usava in Francia), è impiallacciato in piuma di mogano, essenza di importazione dalle Americhe, apprezzata all’epoca per il suo colore caldo; il piano, anch’esso a conferma della sua provenienza nazionale, è in marmo bianco di Carrara. Al di là della “facciata” da mobile sobrio ed elegante, esso nasconde impensabili meccanismi e trucchi che ne fanno un custode di segreti: una volta calato l’abattant (il piano ribaltabile), quello che appare come un listello ornamentale è in realtà un cassetto estraibile e le lesene con testa egizia, che scandiscono i vani interni a cassettini, sono anch’esse estraibili grazie a un ingegnoso meccanismo che si attiva con uno spillo dall’interno, rivelando la loro vera natura di portadocumenti. Siamo dunque già in epoca romantica, con l’attitudine a custodire i “segreti del cuore”: lettere intime, ciocche di capelli, piccoli ritratti, pegni d’amore.. Dal punto di vista stilistico, è interessante notare la scelta delle teste egizie, che rimandano alle sfingi, al posto delle teste di donna, per una trasformazione in chiave egizia della cariatide classica. Il secrétaire in oggetto rientra infatti in quello stile di moda in epoca Impero conosciuto come Retour d’Egypte, al quale la Biblioteca Braidense di Milano ha dedicato la bellissima mostra “Da Brera alle piramidi” nel febbraio 2015; mostra che ha visto il prestito da parte della Galleria Baroni di una coppia di sfingi, oltre a un allestimento in stile egizio di cui il secrétaire era parte.