NAPOLEONE TORNA NEL SUO REGNO ITALIANO

Chiude la mostra “Il volto in scultura”. A maggio la mostra su Napoleone “L’arte e il potere”
29 Aprile 2021
IL POETA, IL PITTORE, IL COLLEZIONISTA, L’INGLESE E… NAPOLEONE
1 Luglio 2021
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NAPOLEONE TORNA NEL SUO REGNO ITALIANO

Come prevedibile, il bicentenario della morte di Napoleone ha dato il via a una serie di mostre di là e di qua delle Alpi. Non poteva essere diversamente, considerato che nell’Europa napoleonica Milano era la seconda città per importanza, superata solo da Parigi capitale dell’impero e seguita da Francoforte, di fondamentale importanza strategica.
Vi forniamo di seguito un elenco di mostre attualmente visitabili a Milano e a Brescia, partendo da quella allestita presso la nostra galleria:


L’ARTE E IL POTERE @ GALLERIA BARONI, Via Madonnina 17

Attraverso opere di Pompeo Marchesii, Giovanni Beltrami, Gaetano Monti – per citarne solo alcuni – si delineano le straordinarie personalità di Andrea Appiani, Vincenzo Monti, Giuseppe Bossi e George Byron. Insieme a queste, emerge il rapporto tra Bonaparte, la sua ideologia e l’intellighenzia del suo tempo. Un rapporto che avrà conseguenze decisive, in un’Italia ormai secolarizzata che nei decenni successivi cercherà e troverà anche l’unità politica attraverso le lotte risorgimentali.
L’OGGETTO DA NON PERDERE: Il busto in marmo di Carrara di Vincenzo Monti, opera di Pompeo Marchesi commissionatogli dal re di Sardegna Carlo Alberto.
LA CURIOSITÀ: La testa di Napoleone sul retro del Convivio, disegno di Giuseppe Bossi. È straordinariamente simile al Ritratto di Napoleone appoggiato al globo dello stesso Bossi, in mostra alla Galleria Carlo Orsi (vedi sotto).
Ulteriore curiosità è il mezzobusto marmoreo di Enrico Blondel, realizzato dallo stesso Pompeo Marchesi. Commissionato da Alessandro Manzoni e da sua moglie Enrichetta Blondel, raffigura il di lei fratello scomparso nel 1830.


LA MILANO DI NAPOLEONE. UN LABORATORIO DI IDEE RIVOLUZIONARIE. 1796-1821 @ BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE, Via Brera 28. FINO AL 10 LUGLIO

La biblioteca che deve a Bonaparte la qualifica di “Nazionale” rende omaggio a Napoleone esponendo 147 rari documenti dell’epoca, dagli autografi di Pietro Verri alle prime edizioni delle Ultime lettere di Jacopo Ortis e dei Sepolcri di Ugo Foscolo (questi ultimi in un esemplare postillato da Stendhal).
L’OGGETTO DA NON PERDERE: La prima carta della minuta autografa del Cinque maggio di Alessandro Manzoni
LA CURIOSITÀ: La traduzione in tedesco dello stesso Cinque maggio, a opera di Goethe (sfuggita alla censura austriaca)

NAPOLEONE E MILANO. TRA REALTÀ E MITO @ ANTICHITÀ CARLO ORSI, Via Bagutta 14. FINO AL 25 GIUGNO

Una rassegna che si concentra sul ruolo guida assunto in età napoleonica da Milano. Elevata da Bonaparte a capitale del Regno d’Italia, Milano ricambiò Napoleone contribuendo in maniera determinante a consacrarne l’immagine attraverso l’operato dei suoi più validi artisti.
L’OGGETTO DA NON PERDERE: Il busto in marmo di Carrara di Napoleone, opera di Lorenzo Bartolini
LA CURIOSITÀ: Statuetta equestre di Napoleone in bronzo e marmo, realizzata da Giacomo Raffaelli, il virtuoso del micromosaico che su ordine di Eugenio di Beauharnais eternò il Cenacolo vinciano in forma di mosaico


DANTE E NAPOLEONE @ PALAZZO TOSIO, Via Tosio 12, Brescia. FINO AL 15 DICEMBRE


A Brescia, nella casa-museo del grande collezionista e intellettuale Paolo Tosio (1775-1842), in un percorso espositivo che contempla 80 opere, emerge la tesi a base dell’accostamento tra l’Alighieri e Napoleone, quest’anno entrambi protagonisti di importanti ricorrenze. Sia Dante sia Bonaparte furono infatti precursori dell’unificazione d’Italia – il primo da un punto di vista linguistico, il secondo sotto l’aspetto politico -, nonché fautori dell’idea di monarchia universale.
L’OGGETTO DA NON PERDERE: le miniature dipinte su avorio commissionate a Giambattista Gigola dalla famiglia imperiale per i suoi doni d’affetto e di rappresentanza
LA CURIOSITÀ: il disegno eseguito intorno al 1821 da Luigi Basiletti, colpito dal triste destino di Napoleone a Sant’Elena. Sei anni prima lo stesso Basiletti aveva espresso al conte Tosio tutta la sua disapprovazione per la figura del Bonaparte.